Storia

La nascita del Lions Club di Jesi

Dai ricordi dei Soci fondatori

In un giorno della primavera del 1956 Mario Scoponi, che apparteneva al già costituito Club di Ancona, pensò bene di invitare Raffaele Candela ad un meeting del suo Club per fargli toccare con mano l’entusiasmo che animava gli amici Lions di Ancona nell’appena avviata attività di servizio che era racchiusa nel motto dell’Associazione Internazionale: “We serve”.

Da quella prima esperienza Raffaele Candela tornò con la sollecitazione a costituire un Lions Club anche a Jesi e con il materiale documentario ricevuto da Mario Scoponi. Per i motivi professionali che li legavano, fu Giulio Medi che, per primo, esaminò con Raffaele Candela quella documentazione e ne comprese lo spirito, per cui i nostri si diedero senza indugio a costituire un primo, piccolo nucleo di amici, che potevano ben corrispondere alla figura di Lion.

E vennero coinvolti Ferruccio Battistini e Rodolfo Grilli, che poteva offrire un punto di riunione “strategico”: il retro della sua farmacia, in pieno corso.

Le riunioni dei quattro si susseguirono per delineare il primitivo, più consistente corpo sociale, mentre Raffaele Candela prendeva contatti personali con le più spiccate personalità della città e del circondario, quali Antonio Arcangeli, Raffaele Carbonari, Antonio Mazzanti, Igino e Luigi Pieralisi, Settimio e Ubaldo Urbani.

Nel settembre, alla ripresa dell’attività, Raffaele Candela fu nuovamente invitato ad un meeting del Club di Ancona, dove conobbe Oscar Hausmann, il quale lo sollecitò alla costituzione del Lions Club di Jesi, essendo sponsor il Club di Ancona. Fu allora deciso di inviare una lettera a coloro che erano stati ritenuti rispondenti alla figura di Lions che nel frattempo si era venuta delineando, con l’invito ad intervenire ad una riunione conviviale la sera del 22 ottobre, annunciando la partecipazione di alcuni Lions di Ancona che avrebbero illustrato ai convenuti gli scopi e le finalità di questa grande Associazione Internazionale dei Lions Clubs. La lettera era firmat6a “Il comitato promotore” e la conviviale si sarebbe tenuta presso l’allora esistente Ristorante “Rossi”. Ma ecco quali ricordi affiorano in chi fu presente a quel 22 ottobre 1956.

“Ricordo, tra gli altri, alcuni dei partecipanti a quella prima riunione: Raffaele Candela, Rodolfo Grilli, Giuseppe Fibbj, Igino Pieralisi, Ermes Albertini, Luigi Baldi, Settimio Urbani, Otello Zappelli. Per precedenti impegni alcuni non poterono partecipare; tra gli altri, Antonio Mazzanti e Ciro Carotti, che, però, manifestarono la loro adesione. Appositamente da Milano, per presiedere alla fondazione del nuovo Club, venne Oscar Hausmann, Delegato Internazionale, in seguito ancora più volte presente tra noi, essendo rimasto amico carissimo.

Vennero, infine, una quindicina di lions del Club di Ancona con i quali si fraternizzò immediatamente, nello spirito animatore della nostra Associazione.

Esaurita la parte conviviale, prese la parola Scoponi per illustrarci gli scopi dell’Associazione Internazionale dei Lions Clubs e fare il punto sulla sua diffusione nel mondo. Ci fece capire come nel diventare lion ad ognuno di noi si richiedeva l’impegno di servizio e la volontà di permeare dell’ideale di fratellanza e di armonica coesistenza i rapporti interpersonali. Esaltò l’amore verso la Patria e il rispetto e l’obbedienza alle sue leggi. Ci portò esempi di solidarietà avvenuti ad Ancona e di scambi di visite con lions di altre città.

Al termine dell’incoraggiante esposizione di Scoponi la riunione fu formalmente sciolta, ma noi di Jesi, Hausmann e qualche lion di Ancona rimanemmo a discutere per risolvere i nostri dubbi. Faremo bene? Faremo male? Quanto ci costerà? Che impegni prenderemo? Avremo la capacità e la volontà dio fare tutte quelle cose che ci hanno detto?

Fu così che arrivammo alle ore piccole, ma infine i dubbi furono rimossi e quasi tutti sottoscrivemmo la scheda di adesione. Ma non era finita lì. Subito, infatti, riprese la discussione, perché ormai il Club era fatto, e, dunque, bisognava organizzarsi. Occorreva costituire un consiglio direttivo, ma soprattutto, occorreva il Presidente, ma la scelta cadde su Raffaele Candela si può dire in modo naturale.”